Fabiola D’Amico
Scommettiamo che è amore?





Alexandra Miller, Ale per gli amici, è la fondatrice della Cupido Agency di New York. Giovane donna elegante, raffinata, sorridente, ama prendersi cura di tutti. Crede nell’amore, quello con la A maiuscola, e la sua missione è far incontrare le anime gemelle. La sua vita sentimentale, però, è a un punto fermo, e non sarà facile rimetterla in moto. Nemmeno quando l’improvviso malore di nonna Eloise la costringe a partire per Parigi, dove dovrà fare i conti col suo doloroso passato ­e con un futuro che non si prospetta roseo. Ma si sa, non ci si può opporre al destino, soprattutto se si presenta sotto le spoglie di un muscoloso brontolone di quasi due metri, affascinante, disordinato, diffidente e solitario. Riuscirà a resistergli, la nostra Miss Cupido? E lo scorbutico Jean-Luc, sostenuto dalla sua eclettica famiglia e dagli amici più stretti di Ale, toglierà i lucchetti dal suo cuore blindato, una volta scoperto che, al di là delle apparenze, il lato migliore della vulcanica Ale è la sua tenera fragilità?



Dopo Amore per tre e Io lo chiamo amore arriva Scommettiamo che è amore? di Fabiola D’amico, in uscita il 24 maggio, con la Newton Compton, è il terzo capitolo autoconclusivo della serie Cupido Agency. In questo terzo volume leggeremo la storia di Alexandra, la fondatrice della Cupido Agency di New York e il francese Jean-Luc. Curiosi?


La Cupido Agency di cui Ale era la fondatrice non era un’agenzia di incontri sessuali, ma i clienti che si rivolgevano ad essa dovevano trovare il vero amore. Alexandra Miller, per gli amici Ale, voleva il meglio per le coppie, che si recavano in agenzia, in cerca di aiuto e il meglio era l’amore con la A maiuscola. Se un uomo si lasciava abbindolare dalla sensualità della sua cupido in gonnella, allora non aveva intenzioni serie e andava “eliminato”. Ale veniva spalleggiata da due collaboratrici Eve, che attirava gli uomini, come il miele gli orsi e Camille, la sua segretaria fedele fin dalla fondazione e soffriva di balbuzie. Ma un bel giorno ad Ale balenò l’idea di introdurre all’interno dell’agenzia un cupido uomo, con il quale istigare le signore e pertanto diede inizio alle candidature, ma tra i vari candidati se ne presentò uno non iscritto nell’elenco e chiedeva ugualmente un colloquio, un ragazzo sulla trentina, alto, biondo, il suo nome Andrea Bignardi, occhi grigi, ma con una cicatrice lunga e slabbrata sul lato destro del volto, causata da un incidente automobilistico, che gli era costato la vita, poiché rimasto in coma per mesi. Ale non rimase indifferente dinanzi a tutto quel dolore e pertanto decise di assumerlo rinunciando all’idea iniziale di trovare un seduttore per tentare le clienti. La conversazione tra i due venne interrotta da Camille, che teneva in mano il telefono, era il nonno di Ale agitato per le condizioni di salute della moglie. In quel momento Ale ebbe un senso di panico e un déjà-vu, si ricordò quando sua mamma dopo una lunga e sofferta malattia era morta. Nonna Eloise era una donna così forte, che Ale non aveva mai pensato che potesse andarsene così da un momento all’altro e sebbene i loro rapporti non fossero idilliaci a causa del carattere forte della nonna, l’affetto che le legava andava ben oltre. E poiché si trovava in una situazione difficile aveva bisogno di un supporto e chi meglio del suo psicoterapeuta, il Dottor Chase, grazie a lui, Ale aveva imparato a gestire il suo problema con il cibo, non aveva più paura di mangiare e ingrassare, aveva raggiunto il giusto equilibrio, aveva superato gli anni bui dell’adolescenza, quando in seguito alla morte della madre aveva iniziato ad ingozzarsi di ogni schifezza a portata di mano fino a diventare obesa, adesso doveva farsi forza e affrontare gli scheletri di un passato ingombrante.

<< Il tempo passa per tutti, è questa la verità, e accettare che il nostro corpo subisca dei cambiamenti è il primo passo verso una vita serena. Impari ad amare la persona che è, non ciò che gli altri vedono >> - Dottor Chase.

Agli occhi di tutti lei era Ale Miller l’inguaribile romantica, che credeva nell’amore eterno e che manipolava gli eventi per raggiungere i più nobili scopi. Era bellezza pura o sensualità sfacciata, se occorreva, un camaleonte, che sapeva adattarsi ad ogni ambiente senza perdere il proprio fascino. Lei non cadeva mai. E indossava sempre un sorriso splendente.

<< Io non vendo favole, cara amica; amare significa gioire dopo la sofferenza, ridere dopo le lacrime e poi tornare a soffrire. Il matrimonio è solo il punto di partenza di una lunga staffetta, il cui testimone passa da un coniuge all’altro di volta in volta. E la vittoria si ottiene quando entrambi sono pronti a sacrificare ogni successo ottenuto per l’altro >>.

Ad Ale l’idea di un’agenzia d’amore era nata in seguito ad un successo ottenuto con una coppia davvero male assortita Estelle, la donna alla pari che l’aiutava nei lavori di casa, messicana e Michael un rispettabile consulente finanziario di Wall Street single per vocazione, che abitava nell’appartamento di fronte al suo. Lui di origini inglesi, amante dell’ordine, del silenzio e odiava la confusione e lei Estelle messicana, amante del ballo ciarliera e molto sensuale, ma Ale riuscì ad organizzare qualche trappola e nel giro di sei mesi si sposarono. Dopo quella volta, c’erano state altre coppie incontrate per caso e così decise di farlo per mestiere. Suo padre si era dimostrato entusiasta a differenza dei suoi nonni.

“<< La violenza sulle donne non è solo fisica. Ci sono imbecilli che non ti lasciano lividi sul corpo ma uccidono l’anima di una ragazza lavorando sulla psiche >> disse Klain a un certo punto”.

A 22 anni Ale aveva scoperto la sua vita di donna, che era quasi al capolinea, Amenorrea precoce, l’aveva gettata nello sconforto, il suo fidanzato le aveva proposto un matrimonio lampo e subito un figlio, ma sull’altare l’ha lasciata, umiliata e delusa. E lì era entrato in gioco il Dottor Chase e la Cupido Agency, entrambi l’avevano aiutata a dimenticare, ad andare avanti a cambiare i sogni. Ale una bella donna, intelligente, arguta ed ironica, il suo ex Etienne l’aveva illusa, è questo che non riusciva a perdonargli. Era eccezionale il modo in cui Ale attirava le persone e come queste riuscissero a fidarsi di lei. Aveva la capacità di ascoltare e comprendere i bisogni degli altri. Era altruista e dedita alla sua causa: l’amore. Era convinta che l’amore potesse tutto. Ma in quel periodo si sentiva crollare, per via delle tante decisioni da prendere. Una tra tutte l’Agenzia! Non aveva altra scelta, la decisione da lei presa fu quella di affidare la sua Agenzia all’ultimo arrivato, ad Andrea Bignardi, visto che lei doveva partire immediatamente per Parigi, dove l’aspettava una situazione difficile, ma allo stesso tempo piacevole, perché avrebbe rivisto le persone a lei più care: suo padre, i suoi nonni e le sue amiche Patty e Simone con i loro rispettivi mariti.
Suo padre. Al pensiero del padre Ale non poteva fare a meno di chiedersi  “Cosa si provava ad amare ed essere amati così tanto?” Contrariamente a quanto sostenuto dalla nonna l’amore esisteva. I suoi genitori si erano amati intensamente e suo padre soffriva ancora per la mancanza della sua compagna. Non si era più risposato sebbene fosse un uomo piacevole, diceva sempre che non era giusto amare a metà, perché per quanto potesse tornare a provare qualcosa per un’altra donna, dentro di lui la mamma avrebbe sempre avuto la sua parte migliore.
Nonna Eloise, operata d’urgenza perché rischiava la morte per peritonite, causata da un’appendicite, occupatissima nei tanti impegni di beneficienza mondani nei quali spesso la nonna era la madrina e dalle idee contrastanti, riguardo la definizione dell’Amore, rispetto a quella di Ale.

<< L’amore non è una favola da raccontare ai bambini, è reale >>.
<< Oh, per favore. Stiamo parlando io e te, non devi convincere un cliente. I primi anni di una relazione sono tutte rose e fiori, poi la routine prende il sopravvento e quasi non ci si guarda più. Niente più passione, niente più complicità. Solo un fievole affetto. E’ questa la dura verità. Guardati intorno, Alexandra quanto amore c’è? La gente sta insieme per consuetudine, per opportunismo e il più delle volte conduce una doppia vita >>, dichiarò con cinismo la nonna.

Nonna Eloisa aveva in mente di combinarle un matrimonio con un certo Léon Battiste, un amico di famiglia, divorziato e con due bambini ancora piccoli; secondo la nonna era l’unico modo per essere madre. Ma Ale dentro di sé pensò “Non si è donne solo si hanno dei figli”.

<< Hai presente i matrimoni combinati che si facevano nel secolo scorso? Ebbene, mia nonna ha pensato bene di offrirmi su un piatto d’argento a un uomo. I miei privilegi di moglie in cambio dell’aiuto e dell’influenza di mio nonno alle prossime elezioni per la presidenza della Francia. E vuoi sapere io cosa ne ricaverò? Due figli, una vita esposta al pubblico e zero amore >>.

Era più che evidente che questa situazione ad Ale stava stretta e in tutti i modi cercava di dimostrare alla nonna il suo disappunto. Léon era già padre di due bambini e questo significava che Ale poteva essere madre. Forse non tutto era perduto, forse lui poteva essere l’uomo con il quale costruire il sogno che credeva spezzato per sempre. Ma lei, che non era interessata al potere e a lusso, che voleva solo essere amata e ricambiare con tutto il cuore, avrebbe potuto accettare un matrimonio di convenienza?

“Non lasciarti prendere dalla malinconia per ciò che non potrà mai essere, pensarci non lo renderà possibile. Focalizza la tua mente su ciò che puoi realizzare, la incoraggiò la coscienza”.

Ale era piena di pensieri e troppe responsabilità ed era incredula nell’aver trovato Andrea, figura estranea, ma pronta ad aiutarla, avrebbe dovuto chiamare tutti i numeri per disdire degli appuntamenti e nei giorni seguenti aveva in programma un tour per presentare il suo manuale “ Come tenere al guinzaglio l’altra metà di te”, in questo libro aveva raccolto molti aneddoti delle storie dei clienti della Cupido Agency e il successo era arrivato insperato: era stato tradotto persino in portoghese. Ma nonostante il suo istinto la portava a fidarsi di Andrea Bignardi, per lei inspiegabile, allo stesso tempo mille pensieri l’assalivano e per questo Ale era indecisa se chiedere aiuto ad Ethan Feldman, il marito di Patty, un uomo capace di scoprire tutto su tutti e se era necessario condurli nel Registro degli indagati. Ethan aveva deciso di cimentarsi nel mondo del cinema per ragazzi e stava producendo un telefilm in co-produzione con un famoso regista francese. Al progetto avevano preso parte anche Klain, il marito di Simone, autore di canzoni sempre in cima alle classifiche e le rispettive mogli, Patty e Simone.  Patty la sorella del marito di Simone, donna dal carattere forte, anticonformista e dotata di un appetito eccezionale, destava la sua più grande invidia: poteva mangiare di tutto senza ingrassare. Simone era una ragazza dolce ed introversa sulla quale si poteva contare al cento per cento. Ma quando Ale pensava di aver chiuso con certe emozioni, ecco che compare Jean-Luc, che era riuscito ad aprire in lei uno spiraglio verso l’impeto della passione. << Voglio essere amata per quel che sono >>.  
Jean-Luc era timido, aveva un carattere chiuso, questo non lo rendeva il ragazzo più gettonato, Diane era stata l’unica donna che aveva frequentato ed amato. Assorto dalla sua partita a scacchi fu interrotto da Ale Miller, che gli suggerì una mossa vincente, visto che ormai stava per perdere la partita, bastò questo per farlo andare in tilt, lei si presentò << Ale Miller. Padre americano, madre francese. Vivo a New York dove ho un’agenzia che si occupa di … relazioni sociali. Quanti anni hai? >>
<< Jean-Luc Moreau, genitori francesi, 32 anni, game developer >>. 

Ale aveva capito qual era la sua missione far felice Jean-Luc al di là della scommessa con Ethan, lui metteva in palio i diritti della canzone I love you ed Ale la Cupido Agency, il tutto perché Ethan era dell’avviso, che per Jean-Luc serviva un’avventura per riacquisire benessere, invece Ale era dell’avviso, che gli serviva innamorarsi nuovamente e lei era pronta ad aiutarlo. Per concentrarsi meglio sul suo lavoro decise che non poteva restare dai nonni, così chiese a Jean-Luc se conosceva qualcuno, che le potesse fornire un’abitazione.  Jean-Luc le propose le botti realizzate dal nonno, una sistemazione rustica per i gusti di Ale, ma lei fu felice di accettare. Lei una vera casa non l’aveva mai avuta. Da bambina, a causa del lavoro del padre, si erano spostati da una base militare ad un’altra; poi, in seguito alla morte della madre, il papà aveva abbandonato la carriera di ufficiale per diventare un procacciatore di affari e aveva preso casa a San Francisco. Neanche il tempo di abituarsi alla nuova vita, che era arrivata la nonna per portarla in Francia, dove aveva vissuto tra cliniche ed il lussuoso appartamento parigino. Infine era tornata in America e il lavoro di due anni prima l’aveva portata a New York, dove aveva cambiato diversi appartamenti. Insomma, era una vera zingara. 
Jean-Luc amava programmare tutto nella sua vita, solo Ale aveva il potere di stravolgere il suo mondo ordinato. Jean-Luc aveva scoperto che dietro l’aspetto curato e l’aria da grande donna, c’era un animo gentile desideroso di dare amore, Ale era una paladina dei deboli. Agli occhi di Jean-Luc Ale era bella, solare e circondata da gente, così sicura di sé. Era difficile spiegare cosa provava. Lei riusciva a scuoterlo in profondità. Ale era una donna fragile, delicata, il passato l’aveva portata a chiudersi in se stessa e lei si era costruita intorno una gabbia per proteggersi dalle delusioni. Ma Jean-Luc chi era? Era davvero e solo un game developer?
Paura, ansia, felicità turbavano lo stato d’animo di Ale. Ma dentro di sé un obiettivo: osservare dove la vita l’avrebbe portata, ecco cosa voleva.

<< Vuoi creare con me una famiglia? So che ci conosciamo da poco tempo. So che io abito in Francia e tu in America, ma per te sono disposto a tutto. A lasciare tutto. Ale, sei tu la mia casa, il mio letto, il mio respiro. Sei l’essenza della mia vita. Mi hai ridato la voglia di lavorare, la gioia di vivere. Io ti amo, di un amore che toglie il respiro, che mi fa desiderare solo la tua felicità. Quando sono accanto a te, tutto è più sopportabile, persino le chiacchiere infinite di mia zia Matilde. Con te al mio fianco io posso raggiungere la luna. Non ti prometto rose e fiori. La vita non è una favola, ma ti sarò accanto in ogni momento triste, ci aggrapperemo l’uno all’altra. Supereremo ogni difficoltà tenendoci mano nella mano. Io … io so che il nostro amore è come quello dei miei nonni. Infinito, imperfettamente perfetto, dolce, appassionato, litigioso, amorevole. Vuoi essere la mia donna? La madre dei miei figli? >>

Chi mai avrà fatto una dichiarazione d’amore così profonda di sentimenti ad Ale? Ed Ale cosa avrà risposto?

“L’amore non ha un perché, ti colpisce quando meno te lo aspetti e non hai armi per contrastare la sua irruenza. Quando si ama bisogna saper chiedere scusa e perdonare. Quando si ama, si dimentica tutto. Perché l’amore guarisce tutto, anche un cuore spezzato da un figlio mai avuto”.

La scrittrice Fabiola D’Amico con questo romanzo ha cercato di dare valore a tutte quelle donne, che molto spesso vengono giudicate e criticate, che soffrono in silenzio, perché avrebbero voluto e potuto essere delle splendide mamme, ma purtroppo non ci sono riuscite. Un argomento molto delicato ed importante nella vita di una donna. Purtroppo ci sono donne che vogliono avere figli e non possono o semplicemente non riescono. Donne che non ne vogliono perché scelgono di dedicarsi alla famiglia in altro modo o donne che non possono permettersi di avere un bambino perché non hanno un lavoro stabile. Non per questo sono donne a metà. Ancora troppo spesso la relazione personale di una donna sembra essere legata solo alla maternità. La costruzione di una famiglia è certamente un passo importante nella vita di una donna come nella vita di un uomo, ma non è la sola via per la realizzazione personale. Una donna ha diritto di scegliere le priorità nella sua vita senza doversi sentire giudicata e senza che le sue scelte vengano messe in discussione, ciò che conta è sentirsi liberi di essere artefici del proprio destino.
Altro argomento presente nel romanzo, affrontato dalla scrittrice, è la morte della madre, colei che ci ha concepito, portato dentro il ventre, regalato la vita, un dolore che si rinnova ogni giorno, un’assenza incolmabile, un distacco non voluto. I ricordi assediano, la disperazione è figlia dei sensi di colpa, delle cose che si sarebbero potute fare e non si sono mai fatte. Bisognerebbe trovare un senso alla morte forse, per non continuare a torturarsi. Stessa cosa dicasi per un altro dolore grande: nessun genitore dovrebbe assistere alla morte dei propri figli. E’ un impotenza nauseabonda, dove riuscire a farsene una ragione è cosa assai difficile.
Per quanto sia meno evidente di un abuso fisico o sessuale, la violenza psicologica esiste. E uno dei motivi per cui è così diffusa è proprio perché molti non sono in grado di riconoscerla; cosa spinge una persona a sottomettersi e spesso anzi a cooperare al proprio annientamento psicologico a vari livelli di gravità? L’isolamento che l’aggressore ritaglia intorno alla vittima e la dispercezione, ovvero la vittima non è più in grado di riconoscere gli abusi come tali né di ricordare il suo valore. Eppure gli abusi sono spesso evidenti: manie di controllo, insulti, svalutazione, derisione, stalking, gelosia immotivata. Nel romanzo "Scommettiamo che è amore?", la protagonista, Ale Miller, risulta vittima di violenza psicologica da parte del suo ex fidanzato, dopo mille peripezie riesce a capire i meccanismi psicologici, grazie all’aiuto di uno specialista capace di renderla più forte e determinata nel non voler più affrontare da sola ogni sfida, ma necessitando di una collaborazione. Ale Miller si rende conto che vuole essere amata ed apprezzata per quello che è, non per ciò che appare, vuole sentirsi a proprio agio in qualunque veste non tenendo conto dei preconcetti della gente.
Nel personaggio descritto dalla scrittrice, Jean-Luc, si evince la paura di essere lasciati, il porsi mille domande sul perché la persona amata si trasforma quasi in un’ossessione: il primo pensiero al risveglio, l’ultimo prima di addormentarsi e durante la giornata migliaia di volte ed altre migliaia nei sogni. Come è possibile che una persona amata, non presente nella propria vita possa essere costantemente presente nella mente, in ogni luogo nel quale lo sguardo si posa? Beh, in una storia c’è un inizio, c’è uno svolgimento e a volte una fine. Se entrambi seguono lo stesso ritmo ci si lascia con più o meno dolore, poi si va ognuno per la propria strada. Se invece i ritmi e i bisogni non coincidono si soffre, moltissimo. Una persona può decidere per mille ragioni di interrompere una relazione. A volte le crisi sentimentali si protraggono a lungo e chi decide di porre fine alla storia termina un’agonia. Accade invece che la rottura della relazione arrivi come un fulmine a ciel sereno lasciando attonito il partner che si sente abbandonato. Lo shock per la perdita di un affetto è paragonabile al lutto di una persona cara, chi interrompe segue forse un bisogno di libertà o di costruire una storia con un’altra persona. L’entusiasmo per la nuova partner può fargli perdere di vista il dolore di chi viene lasciato. Se ad attuare l’abbandono è una persona narcisista, auto-concentrato ed insensibile, egli resterà sordo e cieco al dolore altrui, concentrato solo su di sé, sempre alla ricerca di un picco emotivo che da solo non riesce a sentire. Questa sarà la separazione più dolorosa in assoluto, in quanto la persona che viene lasciata resterà a chiedersi dove ha sbagliato, cosa ha fatto per meritarsi l’abbandono. Proprio questi interrogativi assalivano il pensiero di Jean-Luc. Riuscirà Jean-Luc a trovare risposte e certezze?
Fabiola D’Amico ha scritto un romanzo con un incantevole sapore di verità e una leggerezza piena di sentimento, che tratta tanti temi difficili e dolorosi con grande sensibilità e senza alcuna retorica. Credo sia impossibile leggere questo romanzo senza riflettere sulla situazione della protagonista e senza porsi il classico quesito: “al suo posto, come mi sarei comportato/a io?”. Credo che uno dei propositi della scrittrice Fabiola D’Amico era proprio quello di far ragionare i suoi lettori e far loro comprendere, che in alcuni casi non si possono trovare delle risposte univoche, ma che ognuno deve valutare e decidere per proprio conto. Si può comprendere, facilmente, come ogni persona reagisca a un trauma in modo diverso, ma non per questo deve essere giudicata. La vita riserva infinite svolte, smorzate dalla paura, ansia e felicità … diversi stati d’animo che colpiscono chi legge coinvolgendolo emotivamente. Un romanzo da leggere e rivolto a chi gradisce forti, intensi e indescrivibili sentimenti ed emozioni, comprese le mille sfaccettature che si affrontano nella vita. Ringrazio la scrittrice Fabiola D’Amico per avermi dato l’opportunità di leggere in anteprima il suo bellissimo romanzo "Scommettiamo che è amore?" in uscita il 24 maggio, con la Newton Compton Editori.         

Sonia Dado 


Fabiola D'Amico
è cresciuta ad Aspra, in provincia di Palermo, e vive a Bagheria. Il lavoro occupa gran parte del suo tempo, ma appena può s’immerge nella lettura o nella scrittura. Con la Newton Compton ha pubblicato Un giorno da favolaUn matrimonio da favola, Amore per treIo lo chiamo amore e Scommettiamo che è amore?

Uscita Newton Compton Editori (24 maggio 2018) E’ possibile acquistarlo in tutte le librerie e su Amazon  

Commenti

  1. Ciao, nuova follower; complimenti per blog e post; questo l'ultimo pubblicato da me: http://ioamoilibrieleserietv.blogspot.com/2018/06/recensione-serie-mary-poppins-p-l_26.html

    Se ti va ti aspetto da me come lettrice fissa

    Grazie

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    1. Ti ringrazio molto carissima Benedetta <3 ti seguirò con piacere ;)

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