Alessandro Castelnuovo
"LA VALLE IN FONDO ALL'ANIMA"
Alessandro Castelnuovo nasce a Varese nel
1973. Si diploma in grafica pubblicitaria e web design ma, poco attirato dalla
routine quotidiana offerta da lavori ordinari dediti esclusivamente alla
produzione di beni di consumo e al cercare il modo per venderli, comincia una
ricerca personale di valori sui quali poter ispirare una vita intera. Fatale
l'incontro con alcune discipline orientali e con piccoli luoghi incontaminati,
che lo aiuteranno nella decisione di scrivere delle sue ricerche.
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"LA VALLE IN FONDO ALL'ANIMA"
“Ciò che in questi anni stava piano piano lasciando entrare
dentro la mia mente, era la domanda su come veramente l’uomo stesse percependo
la natura. Se davvero avremmo mai potuto coesistere con il sistema che ci sta
intorno e che chiamavamo vita”.
Provare sensazioni di libertà e pienezza, di quiete e
serenità, camminare nella natura ed essere felici di percepire l’aria pulita,
il calore del sole, sentire il profumo di alberi e fiori, ascoltare lo
sciabordio dell’acqua e i fruscii del bosco, tutto questo innesca una
sensazione di felicità cosa che nella quotidianità raramente o quasi mai
riusciamo a trovare. Ecco che all’improvviso, dentro di noi, scatta una molla,
la ricerca del benessere inteso come tempo libero, vivere in un luogo
tranquillo lontano da smog, traffico snervante, “un posto dove capire che non è
nella miseria che si è felici, ma nella modestia”.
E’ proprio ciò che
accade allo scrittore Alessandro Castelnuovo, in seguito alla sua esperienza in
Val di Fiemme, dove si pone come obiettivo di ritrovare un equilibrio
interiore, di trovare un luogo nel quale poter incontrare gente comune con la
quale confrontarsi, sentirsi far parte di quella comunità, durante i giorni di
permanenza e vivere a stretto contatto con la natura.
Da qui l’esigenza di
realizzare un diario di viaggio, dove annotare le sue esperienze vissute in
prima persona e nello stesso tempo narrare il difficile rapporto che esiste tra
l’uomo, la montagna e l’ambiente. Il lettore che si approccia al libro “La
valle in fondo all’anima” è portato ad identificarsi con lo scrittore,
che a sua volta è la voce narrante, poiché la storia narrata, seppur non nella
esatta sequenza degli avvenimenti, è arricchita di emozioni romanzate ed è
tratta da fatti realmente accaduti. Chi legge il titolo pensa che la valle
costituisce lo sfondo della narrazione, in realtà è il fulcro intorno a cui
ruotano e prendono corpo temi diversi: una piccola comunità virtuosa di
consapevolezze ecologiche, con politiche di risparmio idrico, di rifiuti al
minimo e differenziati, ma soprattutto la splendida capacità di fare gruppo,
condizione indispensabile per una umanità che dovrà affrontare una crisi
climatica molto importante.
Lo scrittore sceglie di partire con la famiglia ed
alcuni amici per andare alla ricerca di case rurali, che possiedono una storia,
appartamenti piccoli, ma forniti, in affitto da gente del luogo, per provare la
sensazione di adeguamento ad una realtà ben lontana da quella della città,
dunque la possibilità di mettere a confronto le condizioni meteorologiche in
città e in aperta campagna, la mentalità delle persone, che vi abitano, la
modernità e il primitivismo, la ricchezza e la modestia, la solitudine e la
socialità, due mondi totalmente diversi città e luoghi selvaggi.
La prima
destinazione raggiunta è Predazzo particolarmente attenta all’ecosostenibilità,
tant’è che incoraggia gli spostamenti dei visitatori in autobus, bicicletta,
funivia, trenino cittadino oppure lunghe passeggiate. Ma lo scrittore vuole
capire il modo di pensare di chi abita la valle e pertanto si reca a Cavalese,
il capoluogo della Val di Fiemme, dove è posto in pieno centro la Magnifica
Comunità della Val di Fiemme, un edificio, un museo, un palazzo che nasconde un
modo di intendere la società umana, dalla quale sicuramente è possibile
attingere molto per poter capire cosa voglia dire senso di comunità, dove le
popolazioni locali custodiscono con fierezza le proprie radici storiche e le
proprie tradizioni popolari, legate ai rituali e ai ritmi naturali della vita
dell’ambiente circostante.
Come step successivo, lo scrittore si propone di
scoprire le radici di un sentimento più profondo, che lega la valle ai suoi
abitanti e così si reca nel polmone verde della valle, la foresta di
Paneveggio, conosciuta come la “Foresta dei Violini” per la qualità
dei suoi abeti rossi usati per costruire le casse armoniche dei violini, i
famosissimi abeti di risonanza usati dai liutai di tutto il mondo.
“Una montagna non è solo un luogo, ma è la vita che l’uomo ne
sa trarre”
“… e mi chiedo se, più che portarci sempre via solo oggetti
da un luogo turistico per paura di dimenticarcelo, per la tristezza di doverlo
lasciare o solo per dire di esserci stati, avremmo mai la voglia di farci
riempire il cuore da quel luogo con un sentimento che non svanisca non appena
lo lasciamo ma che duri per sempre e che ci cambi profondamente, facendoci
diventare migliori, per un migliore rapporto con la natura che tanto stiamo
devastando”.
Il viaggio dello scrittore con la sua famiglia e i suoi amici
prosegue e lascio a voi, miei cari lettori, il piacere della scoperta, della
forza propulsiva, del magnetismo, che pagina dopo pagina catturerà la vostra
attenzione fino alla fine senza cedimenti. Lo scrittore Alessandro Castelnuovo
con le sue intense descrizioni della fauna montana, permette di avere la
sensazione di vedere quei paesaggi, di osservare le mucche e le pecore, sembra
quasi di sentire i campanacci delle mucche nell’alpeggio, di stare a contatto
con i verdi prati, di percepire la fatica delle lunghe passeggiate per i vari
sentieri con l’impressione di riuscire a provare le sensazioni di camminata,
accompagnate dal silenzio profondo e dal verso degli animali presenti e di
avere un resoconto fotografico per la vista per mezzo di un intrecciarsi di
ambienti che si susseguono, di colori e di odori, trasformando l’animo
cittadino fino a condurlo al richiamo e al rispetto della natura. Donando amore
alla natura in cambio riceviamo come premio forti emozioni, al contrario
riceviamo punizioni quando non la rispettiamo.
“Ci saremmo mai accorti a livello globale che avevamo
influenzato enormemente i prossimi avvenimenti di questo pianeta? Saremmo stati
in grado di tornare indietro, di tornare a percepire questa vita non più con il
pensiero, ma con il cuore?”
Interrogativi che spingono alla riflessione sull’analisi dell’aiuto
reciproco e della condivisione delle risorse. L’aiuto reciproco è una pratica
che nel genere umano si ripete abbastanza frequentemente e in modo particolare
nei momenti di difficoltà, bisogno o pericolo.
Quando qualcuno si trova in queste
situazioni, nella maggior parte dei casi, viene aiutato da colui che gode di
una situazione migliore. Questa tendenza del genere umano si manifesta sin
dalla più tenera età. Allo stesso modo la natura piegata e soffocata dalle
costruzioni, chiede aiuto e nel momento in cui nessuno le presta attenzione o
sottovaluta la sua richiesta ecco che genera straripamenti di fiumi,
smottamenti, alluvioni e gravi processi causati dall’incuria dell’uomo.
Il nostro
benessere dipende dall’uso delle risorse naturali. Estraiamo risorse e le
trasformiamo in alimenti, edifici, mobili, dispositivi elettronici, indumenti e
quant’altro, ma il livello di sfruttamento delle risorse supera la capacità
dell’ambiente di rigenerarle e di sostentarci.
Per preservare l’ambiente e
continuare a godere dei vantaggi che ci offre, occorre ridurre la quantità dei
materiali che estraiamo. Dobbiamo cambiare il modo in cui produciamo prodotti e
servizi e consumiamo le risorse, dunque, è necessario realizzare un’economia
più verde.
Un’economia in cui tutte le scelte di produzione e di consumo sono
operate tenendo conto del benessere della società e della salute complessiva
dell’ambiente, usando le risorse in modo efficiente, promuovendo il benessere
in una società inclusiva e mantenendo nel contempo i sistemi naturali che ci
sostentano.
Pertanto occorre produrre e consumare in modo da ottimizzare l’uso
di tutte le risorse interessate, ciò implica la creazione di sistemi di
produzione che favoriscano la diminuzione delle quantità di rifiuti o che
producano di più riducendo i fattori di produzione, inoltre occorre prendere in
considerazione interi sistemi piuttosto che singoli settori, poiché un sistema
comprende tutti i processi e le infrastrutture esistenti in relazione a una
risorsa o a un’attività, che sono essenziali per le attività umane. Gli attuali
processi di produzione e di consumo non producono unicamente prodotti e
servizi, bensì anche residui, sotto forma di agenti inquinanti rilasciati nell’ambiente,
pezzi non usati di materiali o alimenti non consumati per un motivo o per un
altro.
Lo stesso vale per i prodotti alla fine del loro periodo di utilità. Per
questo motivo l’espressione economia circolare risulterebbe utile, perché indica
un sistema di produzione e di consumo, che genera le minori perdite possibili. In
un mondo ideale, quasi ogni cosa verrebbe riutilizzata, riciclata o recuperata
per produrre altri prodotti finali.
La riprogettazione dei prodotti e dei
processi di produzione potrebbe contribuire a ridurre al minimo gli sprechi e a
trasformare le parti non utilizzate in risorse. Obiettivo comune dei
consumatori e dei produttori deve essere quello di contribuire allo stesso modo
nel rendere la nostra economia più ecologica. Leggere questo libro “La
valle in fondo all’anima” di Alessandro Castelnuovo vuol dire dare la
possibilità a chi ama la montagna e l’ambiente di ammirare senza ancora aver
avuto la possibilità di conoscere a fondo luoghi incantati e ancora di più, non
potendoci più tornare, provare la nostalgia e la voglia delle vette, dei rifugi
e del vivere sano.
Un libro di formazione, dove si evince il reale vissuto dell’autore,
il suo rapporto con la montagna, con la natura, un qualcosa che va oltre e lo
si percepisce dalle bellissime ed intense descrizioni dei paesaggi, dei luoghi
e delle persone che ha incontrato durante i tragitti, con la sua scrittura
attenta, evocativa, misurata a raccontare frammenti di vita, il non detto che
si insinua tra le pagine e ti resta dentro, forse ancor più delle parole.
Quello
che dalle pagine prende vita è un racconto di scoperte, di avventure, di
sorprese, di interrogativi e di riflessioni, dentro i meandri di una valle, che
sembra avere un fascino inspiegabile, cercando di capire l’operato umano nei
confronti di una invasività che sta piano piano rovinando il pianeta. Un pianeta
percepito con occhi diversi, con prospettive basate dalla riscoperta di
profondi sentimenti in seguito ad un’imprevedibile condizione climatica, che
contribuirà a scuotere le coscienze e a valutare ogni cosa con attenzione e in
un’ottica futura.
Non mi resta che consigliarvi la lettura di questo bellissimo
libro “La valle in fondo all’anima” di Alessandro Castelnuovo, un
libro che spinge il lettore a pensare, riflettere e cambiare prospettiva di
vita su tutto ciò che si da per scontato o si guarda con superficialità 😉
Un grazie, sincero ed affettuoso, ad Alessandro Castelnuovo, per avermi omaggiato il suo bellissimo libro "La valle in fondo all'anima".
Sonia Dado
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