Francesca Letizia Piccione 


I segreti della casa di via De Lorenzi 







I SEGRETI DELLA CASA DI VIA DE LORENZI edizioni croce,  è un romanzo che vuole denunciare la discriminazione e la violenza sulle donne. La storia è ambientata in Sicilia negli anni della seconda guerra mondiale. Nella casa di via De Lorenzi, nonostante fosse così bella e spaziosa, si respirava ovunque come una strana atmosfera, tetra, triste, che opprimeva l’animo di chiunque vi andasse ad abitare. Quella casa infatti era stata dimora di dolore e i suoi morti ora volevano solo continuare a piangervi indisturbati, per questo motivo, forse, tutti coloro che vi andavano ad abitare venivano poi perseguitati dalla sventura. Tante macabre storie circolavano giù in paese su quella dimora, storie di streghe e di spiriti maligni, ma cosa si nascondeva realmente tra le mura di quella casa maledetta? Sarà la giovane Ada, tormentata di continuo da inquietanti visioni, a portarne  alla luce i terribili segreti, dopo che però intrigate vicende avranno travolto e distrutto tutta la sua famiglia.


I segreti della casa di via De Lorenzi è un noir, che vuole denunciare la discriminazione, la violenza sulle donne e la mercificazione del corpo femminile. La violenza contro le donne è il più delle volte domestica, è invisibile, nella maggior parte dei casi non denunciata. Numerosissimi sono i fatti di cronaca, dove le vittime chiedono aiuto spesso troppo tardi o non fanno in tempo a rivolgersi alle persone giuste, perché isolate ed impaurite dai loro compagni, fidanzati, mariti, che per gelosia compiono abusi, violenze e persino delitti nei confronti delle donne. Spesso si inizia con le denigrazioni, le offese, un controllo sempre maggiore da parte del partner, tendendo ad isolare la compagna, fidanzata, moglie da amiche, madri e parenti, per poi giungere alla violenza fisica e in taluni casi all’uccisione della stessa. Casi drammatici, che purtroppo, ieri come oggi, si continuano a verificare inarrestabilmente.
Rappresentative sono le figure femminili del romanzo, Teresina la Rossa, la bella Nora ed Isabella, tre donne private della loro dignità umana più profonda, poiché condannate dai loro stessi padri ad una perenne infelicità.

«… in fondo sei solo una donna, forse un po’ più bedda delle altre, ma pur sempre una fimmina. E le fimmine, si sa, hanno di buono solo una cosa …».

Il romanzo è tratto da una storia vera, tutto si snoda tra le mura domestiche  della casa di via De Lorenzi, attorno ad essa scene di vita quotidiana, ma nello stesso tempo permane un alone di mistero e di inquietudine spettrale, tanto da far restare chi legge col fiato sospeso e bramante di curiosità, dunque un romanzo da leggere tutto d'un fiato. 

 ". . .<< Certo, figghiu meo. Da ciò che dici mi pare un buon affare >> rispose subito interessata la gnà Maretta, mentre Nanni già si perdeva dietro il filo dei suoi pensieri.
Quella casa era proprio ciò che ci voleva per loro: era molto grande, distava poco dal paese e aveva anche un ampio giardino. Inoltre si trovava vicino alla casa di Teresina, una bella ragazza che gli aveva fatto perdere completamente la testa con le sue forme opulente e i suoi occhi maliziosi, che ammiccavano ogni qual volta lo vedeva passare in bicicletta per raggiungere la falegnameria del padre.
Si, quella casa era davvero un buon affare…
Poco importava se le malelingue giù in paese vociferavano che chiunque ne entrasse in possesso venisse perseguitato dalla sventura…"


Ringrazio di cuore la scrittrice Francesca Letizia Piccione, una persona dolcissima e speciale, per avermi omaggiato la copia del suo meraviglioso romanzo, con una splendida dedica; un romanzo stupendo, che vale la pena di leggere, dove incertezza ed ansietà predominano nell’evolversi di situazioni ricche di drammaticità e dall’esito incerto, ma anche capace di esulare dai limiti della capacità razionale dell’uomo.


Francesca Letizia Piccione vive a Marsala ed ha compiuto studi classici. Attenta lettrice, nutre una profonda passione per la filosofia, in particolare quella del ‘900 e i grandi classici della letteratura italiana e straniera.
La sua esigenza di scrivere nasce dal bisogno di non lasciare che il tempo cancelli i ricordi e di dar voce a pensieri ed emozioni. Attraverso questo libro la scrittrice lilibetana intende denunciare una società patriarcale ancora oggi profondamente maschilista, in particolar modo quella siciliana, che vede troppo spesso la donna relegata a un ruolo marginale e lo fa dando voce ai personaggi femminili e narrando le loro vicende. Ha prodotto svariati racconti, tutti rimasti gelosamente custoditi in fondo ad un cassetto e che solo adesso cominciano ad affacciarsi nel panorama letterario italiano.
Ha vinto il secondo premio al XIII concorso nazionale di poesia e narrazione “Vittorio Alfieri” con questo romanzo che in seguito è stato presentato dall’associazione “La poesia salva la vita” al Salone del Libro di Torino 2015, riscuotendo un notevole successo. 


Sonia Dado

   



  

Commenti

Post popolari in questo blog